valutazioni sul virus

caro papino, stavo pensando se saresti sopravvissuto in caso di contagio e se avresti fatto parte anche tu di quei numeri che con nonchalance sparano al telegiornale.

la tragedia della statistica, freddi numeri ai quali nessuno associa persone vere, con famiglie vere e tragedie vere in seguito alla perdita.

ci rendiamo conto solo quando uno di quei numeri é una persona a noi cara.

che mondo matto in cui mi hai messo al mondo, peró ti capisco, ci hai desiderato tanto…

VIII.III

8 marzo, festa delle donne

mi hai sempre impartito come pilastro morale il rispetto verso le donne, mi ha colpito tanto quando da piccolo mi dissi che ogni donna era la figlia, madre o sorella di qualcun altro

li nacque la capacitá di immesesimarsi negli altri che unita al concetto delle libertá personali é stato cosí fondamentale per la mia formazione

grazie papá, esempio di eleganza e galanteria, quando mi hai fatto capire che il tuo dare attenzione era un modo per far sentir apprezzate quelle persone che magari per un qualsiasi difetto non se lo sentivano dire da chi sa quanto tempo e che non era necessario che si pensassero letteralmente quelle cose, se lo scopo era quello di rendere felice un nostro prossimo

la gentilezza e l’attenzione non costano niente ma valgono il mondo intero

grazie

analisi

la capacitá innegabile di leggere tra le righe, unire i puntini ed avere una visione d’insieme maturata con l’esperienza che ti ha reso in grado di “prevedere” il futuro, nel senso che avevi giá capito che c’era un piano e che alcune cose sono solo facciate per mascherare interessi superiori

grazie per averci abituato a verificare sempre da piú fonti prima di formulare un’opinione, grazie per averci insegnato a pensare e riconoscere le stupidaggini di cui il mondo é infestato sempre piú, grazie per averci resi liberi, sofferenti per questo peso, ma consapevoli

avevi visto la matrice prima dei fratelli Wachowski, visionario autodidatta

la pozzanghera d’inverno

eravamo in piazza, dietro al ministero delle telecomunicazioni e facevamo finta di pescare sul ghiaccio come degli eschimesi.

chiaramente il ghiaccio aveva ceduto, dopo un po, ci siamo bagnati e ci hai portato di corsa, sulle spalle, velocemente dalla nonna, grazie per aver salvato Ale e me da una polmonite certa.

quello stesso inverno quando faceva -25 scivolai all’indietro, batteno forte la testa.

cavallino bianco

nacque dalla relazione clandestina della nostra Stella d’oriente con un cavallo arrivato dopo una tempesta, era bianco come il padre ma non ebbe fortuna.

lo trovammo la mattina seguente, scivolato da una fessura del maneggio, prese freddo e nonostante la corsa dal veterinario, ci lasció dopo poche ore dalla sua nascita, babbo lo avrebbe voluto chiamare Natalino, lo sotterrammo in una tomba nella roccia e cosí verrá ricordato

studiare^3

il mantra che ci ha accompagnato per la gran parte della nostra storia comune era: studia, sennó te fregano

avendo potuto studiare poco a scuola ma avendo recuperato poi con la sua conoscenza enciclopedica in particolar modo delle tecnologie, si era reso conto o convinto che lo studio (formale) potesse essere l’unica forma di redenzione e salvezza in un mondo ingiusto e dalla mobilitá sociale di nuovo ai minimi storici

era anche convinto che le persone piú utili venissero prima o poi selezionate per scopi superiori, forse a causa di informazioni ricevute da un insider

allo stesso tempo peró ci aveva avvisato che rimanendo indipendenti ci saremmo imbattuti in un tetto, un limite predeterminato oltre al quale sarebbe stato quasi impossibile andare a causa dello status quo, nello specifico imposte dirette ed indirette, ingerenza dello stato e leggi spesso antiquate

questo quasi un ventennio prima di risvegliarci nell’incubo turbocapitalista dove le grandi corporazioni non pagano tasse e fagocitano i piccoli e medi, appiattendo gli stipendi, nullificando il potere di acquisto che viene mangiato da IVA e ritenute sul lavoro dipendente

aveva letto il tempo prima che ció avvenisse

sei stato un alieno venuto dal futuro, ti ho capito solo in questi ultimi anni, scusami

el primero

una delle passioni di babbo erano gli orologi automatici, il suo modello preferito era lo ZENITH El Primero di cui ho vaghi ricordi ma poteva trattarsi di una prima serie degli anni 70.

Poi andava fiero di un vecchio RAKETA “made in USSR” che aveva funzioni avanzate tipo un calendario perpetuo.

Rispettava anche l’Omega speedmaster professional – moonwatch probabilmente perchè ha avuto la fortuna di assistere al primo allunaggio, evento che suo padre Renato aveva liquidato come falso.

Credo gli piacesse anche il navitimer Breitling.

ginocchia sbucciate

una mattina di primavera intorno ai miei quattro anni di etá mi ricordo la visita alla bottega poco distante da casa, in via Puccini, l’anziano venditore credo si chiamasse Tonino e vendeva bicilette e motorini.

babbo mi ci porta e scegliamo insieme una bicicletta verde, probabilmente atala, tanto bella quanto inaspettata.

fast forward di qualche ora e giá tentavo di imparare ad andarci, senza ruotini, in via Mastrodicasa.

riesco in qualche modo a prendere il via e felice di aver imparato a mantenere l’equilibrio scordo di guardare avanti e finisco addosso al suo fiorino.

cado, mi rialzo, entro nel pastificio e racconto tutto, mi hai detto: hai imparato a gì in bici…