6 mesi senza te

è passato esattamente mezzo anno da quando sei andato ad occidente, te ne sei andato da questo livello corporeo ma in qualche modo sei sempre qui, con me

ho avuto tempo per riflettere, per mettere insieme le idee, per cercare di dare un senso a tutto questo

la novità che probabilmente già sai è quanto speravo, per me è una compensazione sufficiente

ti accetto

ti capisco

ti voglio bene

ti ringrazio

mi dispiace soltanto di non aver colto, forse, il tuo presentimento quando siamo andati via in ottobre, l’ultima volta che ci siamo visti, quando mi hai detto: ma non potete rimanere ancora un pochino ?

ti ho risposto che dovevo rientrare al lavoro, ecco ora io questo lo rimpiango, ma spero di potermi perdonare un giorno per questo

ti ho lasciato andare

é stato molto strano sognarti, una notte eri sdraiato accanto a me, nella stessa posizione in cui ero io accanto a mia figlia e io ero al posto suo

due notti dopo invece sei tornato in uno dei miei incubi ricorrenti e per la prima volta eri visibile per intero, abbiamo chiuso la partita?

telefono senza fili

nei primi anni 90 avevi una specie di stazione radio che ripeteva il segnale della linea fissa fino a circa 30km di distanza, rendendoci di fatto raggiungibili anche quando eravamo in campagna e consentendoci telefonia “mobile” quando ancora i telefonini nel vero senso della parola erano merce rara in italia, sei sempre stato avanti coi tempi

piaggio zip

eri molto appassionato di tecnologia in genere e quando uscì l’allora nuovo modello di ZIP a 4T, mi portasti da sannipoli a vederlo e siamo usciti di li con l’ordine in tasca.

un motorino sicuramente innovativo ma che non era adatto a trasportare me ed eventuali donzelle, mi ricordo purtroppo una figuraccia sulla salita del liceo…

sorrido e penso a te pa

F40

mi ha fatto molto effetto vedere a distanza di 30 anni il piccolo Adam sedere sulla Ferrari a batterie che mi avevi regalato alla fine degli anni 80

anche se non ci sei piú, é pieno il mondo di pezzi tuoi

rivoluzione

è una tragedia che le tue registrazioni delle rivolte avvenute in cecoslovacchia siano state inghiottite dalle fiamme, testimonianze autentiche distrutte da un incendio che si è preso una parte della tua ma anche della nostra vita.

niente dura per sempre, solo i ricordi….

il caprone

ancora una volta una storiella che ti è stata raccontata da piccolo, probabilmente come quella del somaro che camminava sempre sul ciglio del burrone elevando sempre una zampa a fare un arco sul vuoto prima di ripoggiarla sulla terra battuta per il prossimo passo.

questa volta sempre il personaggio che ti è stato detto essere un lontano parente mitologico, pare aver incontrato due ragazze con un caprone e di essersi offerto di prenderselo sulle spalle perchè le aveva viste in difficoltà, su per le vie scoscese dei nostri paesaggi.

giunte a destinazione, un carretto ad aspettarle, sul quale viene appoggiato questo caprone che tra fumo e fiamme avrebbe detto: meno male che non m’hai fatto male, altrimenti te portavo via con me…

l’agnellino d’oro

questa era una delle storie che ti hanno raccontato da bambino, qui i ricordi sono un pò confusi ma la sostanza era che quando questo personaggio di cui non ricordo il nome si imbatte in questo essere che conduce sulla via un agnellino d’oro e chiede qualcosa come: per chi è? la risposta arriva: non è per ne, nè per i tuoi figli, nè per i figli dei tuoi figli. non è ancora stato nemmeno piantato il legno per la cullina.

cane e gatto

ci hai raccontato di aver avuto un pastore tedesco che è vissuto circa 18 anni, credo Chico, e che quando giunse la sua ora, il suo inseparabile amico gatto si è lasciato morire dentro alla cuccia vuota.

lo stesso chico che ti è stato fedele guardiano e che ci hai raccontato essere docile con le persone alle quali volevi bene, ma terribile con quelle che non sopportavi.

in montagna

caro babbino, la settimana scorsa siamo tornati dai monti Tatra, mi sono ricordato di un paio di volte che ci siamo andati insieme, una volta nella parte “bassa” e una volta anche nella parte “alta”.

Quella volta mi ricordo che abbiamo anche svalicato e siamo risbucati sul lato polacco, a Zakopane.

C’erano delle casupole di legno adibite a mercatino, mi pare di ricordare che avevi comprato dei gilet di lana e credo anche quelle coperte di lana che ti piacevano tanto e che ti sono durate una vita, si sono assottigliate col tempo ma le hai usate fino a poco fa, quella volta ti eri anche comprato una specie di colbacco, una baranica di pelo di coniglio, mi ricordo quanto era morbida, però mi sa che non te la sei mai messa.

erano belle le montagne, erano belli i viaggi con te, anche se odiavo tanto aspettare in coda alle frontiere…