uno dei primi ricordi vividi che ho è un paesino di montagna, probabilmente Livigno o una delle cittadine del lato Svizzero.
Alessandro era sufficientemente grande da bere da solo da una bottiglia in vetro di gatorade, la nostra bevanda ufficiale al tempo.
Poteva essere gennaio 91.
Babbo ci aveva anche portato ad una grande gioielleria, di quelle vecchio stile con grandi scaffali di legno a vetrina, ricordo che il negozio era illuminato di luce riflessa ed un alone quasi da santuario.
Li ci comprò il primo di una serie di orologi swatch che dovrebbe essere ancora in giro da qualche parte.
Tornano alla mente i vari viaggi sempre in macchina, in lungo e in largo per l’Europa.
In particolare le festività natalizie in Slovacchia, le visite in Austria, Ungheria, Polonia a Zakopane durante un soggiorno sugli Alti Monti Tatra.
Le angherie della polizia di frontiera e stradale, quando non c’era ancora la libera circolazione di persone e merci.
Le peripezie quando si ruppe la macchina, Lancia Prisma, sull’autostrada austriaca e babbo salí in macchina con un camionista, andò a comprare un pezzo di ricambio in Italia e tornò dopo circa sei ore, per poi sostituirlo e ripartire.
Erano altri tempi e lui era un uomo senza eguali, non c’era difficoltà che non riuscisse a risolvere.